Provette portafiori

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Due tavolette di compensato, collegate con bulloni distanziatori, reggono una serie di mini vasetti, offrendo una decorazione da tavolo originale

Se fosse un quadro, lo chiamerebbero natura morta: in realtà l’oggetto, proprio perché l’abbiamo realizzato con pazienza e creatività con le nostre mani, è più vivo che mai.
Vivo e vivace per il colore dei fiori, per la struttura che impiega legno, acciaio e vetro, per gli smalti in tenui tinte pastello con cui l’aerografo, guidato con mano ferma e sapiente, riveste e sfuma i due quadrati della base.
La realizzazione diventa ancora più facile con i versatili utensili ad aria compressa che, se alimentati da un buon compressore, ci consentono di ottenere validi risultati. Ma bisogna conoscere anche l’arte, molto apprezzata in Oriente, di disporre i fiori per rallegrare la tavola, in mille modi diversi.
A seconda dell’occasione, può essere preferibile un prezioso vaso d’alto artigianato pieno di ricche corolle coltivate, oppure un contenitore più semplice, da cui fanno capolino quattro o cinque fiorellini di campo. Poi ci sono anche tutte le possibilità intermedie, in cui a maggior ragione vengono alla luce la creatività e il gusto di chi le prepara.


L’originale multivaso qui proposto è proprio una creazione di questo tipo, che permette una disposizione dei fiori del tutto particolare, perché li ospita tutti singolarmente. Certo, in sé le provette possono parere troppo povere per valorizzare dei fiori, ma sistemate in questo modo fanno tutto un altro effetto.
A rigore, il portafiori non fa che ricalcare un normale portaprovette da laboratorio, però lo impreziosisce. Anche qui, per reggere in piedi i contenitori di vetro con il fondo arrotondato servono due tavolette: una inferiore, d’appoggio, e una superiore con buchi dello stesso diametro delle provette. La distanza tra un foro e l’altro è maggiore rispetto a quella usuale nei rami medico o scientifico, proprio per permettere un’adeguata spaziatura dei fiori. Inoltre, le due tavolette sono abbellite con un motivo geometrico colorato e gli elementi che le sorreggono contribuiscono, nella loro semplicità meccanica, a un piacevole effetto d’insieme.
Per spaziare le provette in maniera regolare, basta tracciare sulle tavolette una quadrettatura con distanza di 50 mm tra le righe e usare i punti d’incrocio come centri dei fori. Le provette hanno diametro standard di 25 mm, quindi servono buchi di quella misura, che possono essere aperti o con il trapano equipaggiato con una punta a tazza, oppure con un seghetto.
Per tenere le due tavolette alla distanza desiderata si usano bulloni tirafondi lunghi 100 mm, accorciati però a 95 mm in modo da nascondere poi con il dado cieco e il controdado tutta la parte filettata, ottenendo delle colonnine lisce ed omogenee.

Cosa occorre

  • Compensato spesso 5 mm: 2 tavolette 200×200 mm.
  • Ferramenta: 4 tirafondi con sottotesta quadro M5x100 mm, 4 dadi M5, 4 dadi ciechi M5.
  • 9 provette da laboratorio.
  • Materiale di finitura: smalto di fondo e 4 diverse tinte di colori acrilici.
Per effettuare velocemente e con precisione il taglio a misura delle tavolette di compensato usiamo il seghetto alternativo ad aria. Ricaviamo le sedi di quattro bulloni distanziatori forando le due tavolette sovrapposte con il trapano.
Sempre con il trapano equipaggiato con una sega a tazza pratichiamo 9 fori su una tavoletta in cui inserire le provette.
Per decorare con un motivo geometrico è necessaria una preventiva mascheratura delle parti da pitturare; sistemiamo un nastro di carta adesivo quando il precedente colore è secco.
La pistola ad aria è in grado di stendere uniformemente lo smalto.

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